Evoluzione o involuzione?

E’ ampiamente dimostrato che un eccesso di massa grassa è incompatibile con lo stato di salute, ma questa condizione oggi si associa soprattutto ad un ideale estetico.

Viviamo nella società dell’immagine ed essere magri a tutti i costi è un obiettivo a cui troppe persone aspirano, a rischio di sacrifici immani. Viviamo nell’epoca in cui il cibo viene osannato, fotografato, demonizzato un po’ come succede al corpo.

L’ossessione per il cibo va di pari passo con quello del corpo, come se le due cose fossero un tutt’uno. Per questo dimagrire non solo è il desiderio di molte persone, in particolare le donne, sempre attente alla loro immagine, ma diventa per molti un obiettivo primario che fa la differenza tra chi vive felice e chi si deprime. Per quello ancora spopolano le diete nelle palestre e nei centri estetici, dove vengono abbinate delle alimentazioni “da fame” con intensa attività fisica, da risultati psicologici devastanti.

I motivi per cui si ingrassa sono tanti ed è molto difficile individuarne una causa o una terapia universale. Purtroppo però, di fronte a questo problema, gran parte dei medici, fornisce soluzioni spesso inutili, come diete ipocaloriche o restrizioni alimentari basate su una serie di calcoli percentuali, quasi sempre senza alcuna scientificità e non compatibili con abitudini e bisogni.

Le calorie sono un concetto ormai superato. Esse nascono come la misura del calore generato dalla “combustione” di un alimento (che coinvolge carbonio e ossigeno) all’interno di calorimetro. Dobbiamo però ricordarci che l’organismo umano non è una caldaia, noi non bruciamo e il corpo per vivere non utilizza il calore, ma energia e molecole chimiche (ovvero ATP, che viene ottenuta all’interno dei mitocondri con il ciclo di Krebs). Infatti noi non mangiamo calorie, ma alimenti contenenti molecole chimiche, additivi, conservanti, coloranti, dolcificanti, alcuni dei quali sono utili, altri dannosi. E soprattutto ci nutriamo di ossigeno, proveniente dalla respirazione. Per quello è molto importante respirare bene e aria più pulita possibile.

La dieta ipocalorica basata sul calcolo delle calorie non ha alcun fondamento scientifico. Seguire delle indicazioni per uno, due o tre mesi (per chi resiste) è inutile. Anche perchè cosa succede dopo? Si finisce per rimangiare come prima, a volte anche peggio, cercando di “recuperare” quello che di cui inutilmente ci siamo privati. Ricordiamoci che il cibo non è solo nutrimento e moltissimi significati, soprattutto psicologici.

Purtroppo invece, come avviene per la maggior parte delle patologie, si agisce infatti secondo linee guida e schemi preimpostati. Il corpo non viene visto più come un’insieme, ma come un singolo apparato, organo, sintomo. Davanti ad un sintomo, ormai si ragiona attraverso una serie di algoritmi, come con i farmaci. Se hai questo sintomo prendi questo, se hai questo fastidio applica quest’altro. I pazienti non vengono ne visitati, ne presi in carico. Si fanno poche e semplici domande, spesso scontate senza approfondire e scavare a fondo.

E’ assurdo decidere a tavolino una ripartizione percentuale di macronutrienti che possa andar bene per tutti, poiché sono molte le variabili che influenzano lo stato di salute, dalla genetica, al movimento, alla massa muscolare, agli ormoni.

Chiunque abbia fatto una dieta conosce benissimo le difficoltà oggettive nella gestione a medio-lungo termine, tant’è che la bufala della “dieta di mantenimento”, susseguente a periodi di astensione dal cibo, non funziona mai. Ben presto si ritorna al punto di partenza, per iniziare, di li a poco, una nuova dieta, memori delle sconfitte precedenti.

Le diete alla moda, quando funzionano, possono infatti dare risultati solo nel breve termine, semplicemente perché sono facili da seguire, puntano sulla grande motivazione iniziale, fanno perdere velocemente peso, liquidi e massa muscolare, eliminando interi gruppi alimentari e buona parte dei carboidrati. Il risultato è che i problemi continuano ad aumentare.

E tutto questo viene perpetuato attraverso nuove e stravaganti teorie, libri, blog, articoli e trasmissioni televisive che ogni anno portano alla ribalta un modo di mangiare piuttosto che un altro. Qualunque modo di mangiare, restrittivo, drastico, privativo, porta benefici nel breve termine a qualsiasi persona conduca uno stile di vita malsano e cerca per qualche settimana di modificare le proprie abitudini. Ma chiunque abbia seguito una dieta nella sua vita, nonostante le buone intenzioni iniziali e la voglia di ottenere un risultato, sa benissimo che non si può resistere a lungo soffrendo la fame, la mancanza di energie e la frustrazione. I risultati, ammesso che ci siano, sono fugaci e a caro prezzo. Per non parlare della grande confusione che esiste tra grasso e peso. Quando ci pesiamo sulla bilancia andiamo a misurare acqua, massa muscolare (magra), massa grassa, ossa, pelle e visceri. La pelle è l’organo più pesante del nostro organismo. Dimagrire vuol perdere solamente grasso, senza intaccare il resto. E ricordatevi che se facciamo una dieta drastica, l’unica componente che non si perde è il grasso. Cioè non si dimagrisce nulla, ma si deperisce, cioè si perde massa muscolare, aumentando addirittura la percentuale di massa grassa rispetto a prima, ovvero si ingrassa per carenza di muscoli. E i risultati di tutto questo si possono notare dalla perdita di tono muscolare, dalla diversa espressione del viso, dalla comparsa di rilassamenti a carico di seno e interno coscia, e dalla ridotta forza muscolare. Un po’ quello che succede quando le persone si “mettono a dieta” da sole. Naturalmente è importante fare una importante distinzione tra obesità e adiposità localizzata e inquadrare diversamente le tipologie di ingrassamento. Possiamo distinguere chi ha un sovrappeso con disposizione a “pera”, “mela” o “cetriolo”, che sono estremamente differenti sia come cause (in genere ormonali) che come terapie.

Lo studio dell’epigenetica invece ha chiaramente dimostrato le numerose influenze ambientali e comportamentali che intervengono sul processo di ingrassamento e dimagrimento, sebbene continui a persistere il tormentone “se vuoi dimagrire, mangia di meno e muoviti di più”.

Il concetto delle grammature delle diete è inutile se preso come indicazione punitiva e limitativa. Le ricerche scientifiche hanno chiaramente dimostrato il ruolo fondamentale degli ormoni nell’ingrassamento e nel dimagrimento, la secrezione di questi nel corso delle giornata, la cronobiologia. Il metabolismo viene controllato soprattutto dalla qualità del cibo e dalla sensorialità. Ci manca la consapevolezza. Mangiare di qualità e con attenzione, fa saziare e non riempire. Non siamo animali affamati che dobbiamo fare incetta e scorta di cibo perchè possiamo incappare in periodi di magra. Oggi abbiamo cibo a disposizione tutti i giorni, tutto il giorno.

Sicuramente mangiare troppo fa ingrassare. Il bilancio energetico è fondamentale. Chi mangia tanto e lo fa sdraiato sul divano davanti alla televisione, oppure prende la macchina persino per andare a comprare cibo spazzatura, è inevitabilmente destinato ad aumentare di peso.

Ma la risposta a tutto ciò non è così facile. Soprattutto perchè, non possiamo preoccuparci di come fare per dimagrire o dire alle persone cosa fare o non fare per ingrassare, se non conosciamo il motivo per cui quella persona ingrassa.

La società di oggi è soprattutto sedentaria. E gran parte degli studi ha chiaramente dimostrato che un obeso fisicamente attivo è meno a rischio di un magro sedentario. Questo perchè uno dei motivi principali che aumentano la performance del nostro corpo è il movimento. Noi siamo fatti per muoverci e non per rimanere sedentari. Perchè inevitabilmente l’ipocinesia determina ipotrofia muscolare e cerebrale. Questo non significa che chi si muove può mangiare di tutto, anzi. Bisogna trovare l’equilibrio, come in tutte le cose.

Purtroppo molti utilizzano ancora l’attività fisica come remissione dei peccati, costringendosi ad andare in palestra o a camminare, per “consumare” le calorie e sentirsi meno in colpa. Perchè la disinformazione ci ha insegnato questo.

L’obiettivo che dobbiamo porci è che dimagrire non deve essere mai un obiettivo, ma uno stato mentale. Le persone in genere pensano da grasse (ovvero mangiano con paura e secondo modalità che ritengono più congeniali al loro obiettivo, costringendosi a fare attività fisica per non ingrassare o dimagrire) oppure da magre (il cibo è il massimo dei piaceri della vita, il movimento deve essere la quotidianità e lo stile di vita sano è la normalità a cui aspirare).

Avete mai notato alla cassa di un supermercato cosa comprate o cosa comprano i vostri vicini di cassa? Una parte delle persone ingrassa perchè non sa mangiare. Compra sempre le stesse cose, abbonda con gli zuccheri, le bevande zuccherate, junk food e cibi senza sapore, che incidono notevolmente sull’aumento persistente dell’insulina, la quale favorisce l’accumulo di zucchero sotto forma di trigliceridi e stimola continuamente la “fame”.

Naturalmente non si tratta di fame vera. Quella ce l’abbiamo se non mangiamo da giorni. Per molti di noi invece è questione di minuti. E quando non mangiamo, pensiamo continuamente a cosa poter mangiare, cosa fa meno male, cosa ha meno calorie.

Purtroppo dobbiamo compensare quella carenza di equilibrio, di serotonina, ovvero il neurotrasmettitore che non controlla solamente il bisogno di zuccheri e carboidrati complessi, ma riduce l’appetito e regola il meccanismo di controllo della fame e sazietà insieme a Ghrelina e leptina, l’umore, il sonno, il dolore, l’ansia, l’aggressività. Il cervello vuole continuamente zucchero. A volte è come “drogato”. Quando abbiamo un desiderio continuo e smodato di cibo (come accade spesso in fase premestruale nella donna), spesso il tutto è legato a bassi livelli di serotonina. Mangiare zuccheri aumenta l’insulina, che facilita il passaggio di triptofano nel cervello, che si trasforma in serotonina. Per quello subito dopo ci sentiamo appagati, anche se in colpa! Purtroppo però, più mangiamo cibi raffinati e pieni di zuccheri semplici, più lo zucchero entra facilmente in circolo e viene subito processato e digerito.

Sarebbe invece meglio mangiare cibi con grassi (che danno anche maggiore palatabilità e sapore) e proteine (che saziano di più). Questo perchè, quella stessa insulina che facilita la produzione di serotonina, trasforma il glucosio in trigliceridi, facendoci ingrassare. E avere di nuovo “fame”.

Questo perchè, gli effetti della serotonina sono fugaci e di breve durata, il grasso in eccesso invece rimane. Per questo occorre essere felici e mangiare serenamente, senza fare diete privative inutili.

Iniziamo a pensare che quando si inizia un percorso non è importante solamente trovare un modo di limitare un errore, ma capire il perchè viene fatto un errore.

Il compito del terapeuta è educare le persone, non giudicarle e colpevolizzarle.

Bisogna capire che dietro un modo di mangiare ci sono tante emozioni, problemi, situazioni familiari, lavorative, affettive che portano le persone a vivere in maniera poco tranquilla. E il cibo è spesso una panacea illusoria. Che porta col tempo solo altri problemi.

Manca la vera educazione. Si ingrassa perchè diamo poco valore al cibo e all’atto del mangiare.

Ma anche perchè, oltre alle problematiche psicologiche e all’ignoranza nei confronti dei sistemi che controllano la produzione di cibo, si sommano altre componenti, che il terapeuta, prima di fare una diagnosi e dare una soluzione, dovrebbe analizzare. Tra questi i disturbi del sonno o l’uso di farmaci che possono favorire l’aumento di grasso e di fame, come antidepressivi, cortisonici, antipsicotici, terapie ormonali, menopausa, malattie tiroidee, ipercortisolemia, sindrome ovaio policistico e molte altre. Senza dimenticare l’importanza della funzionalità di ipofisi (prolattina), surrene, gonadi (LH e FSH). L’attività fisica è sempre fondamentale. Noi siamo fatti per muoverci e tenere i muscoli in funzione. Non per essere sedentari. I muscoli sono importanti per i mitocondri e per la produzione di energia. Con l’avanzare del tempo, scende anche la produzione dell’ormone Gh, che favorisce un aumento della massa grassa fisiologica a discapito della massa muscolare.

Non possiamo curare uno svuotamento di massa muscolare solo con il cibo. Occorre far lavorare il muscolo, altrimenti diventa ipotrofico, a causa dell’ipocinesia.

Dieta vuol dire stile di vita, cambiamento, piacere. Non esiste nella salute e nel dimagrimento il tutto e subito. Non pensate che esistano soluzioni differenti da impegno, costanza e consapevolezza. Chi vi promette certe cose, vi illude e vi prende in giro. Sta a voi poi decidere.