Gelati dal freddo

L’arrivo dell’inverno, ogni anno porta con le gioie e dolori. Sono molte le persone che soffrono non solo di malanni stagionali, dal raffreddore all’influenza, fino al fastidioso problema di mani e piedi fredde, manifestazione che colpisce soprattutto le donne, con forme più o meno gravi, a tal punto da rendere inutile l’applicazione di creme emollienti o copertura e protezione delle articolazioni dalle basse temperature.

Si chiama “Fenomeno di Raynaud”, ed è la conseguenza di episodi sporadici e improvvisi di vasocostrizione delle arterie digitali, delle arteriole pericapillari e  degli shunt arterovenosi cutanei. Tale problematica fu descritta per la prima volta alla metà dell’800 da Maurice Raynaud, il quale osservò che alcune persone esposte al freddo sviluppavano un’ischemia transitoria a livello delle dita delle mani, sebbene all’inizio, senza ulteriori approfondimenti scientifici, il tutto fu attribuito ad una anomala risposta del sistema nervoso centrale al freddo.

Negli anni successivi, gli studi clinici e diagnostici, la maggiore conoscenza della biologia e della complessità di fisiologia e biochimica dei vasi, mostrarono modifiche della circolazione a carico dei vasi di medio e piccolo calibro del sistema arterioso periferico di entrambi gli arti e delle parti distali del corpo, con ripercussioni sulla superficie cutanea sovrastante.
In sostanza, il freddo, in molte persone (colpisce soprattutto donne giovani, donne in gravidanza e donne in menopausa), comporta un’eccessiva infiammazione con l’insorgenza di classici sintomi da ridotta vascolarizzazione degli arti come gonfiore, rossore, aumento della temperatura, fino a dolore, cianosi (colorazione bluastra della cute), secchezza cute, ulcerazioni e ferite sulla cute.
La localizzazione del fenomeno di Reynaud è principalmente a livello di indice, medio e anulare di entrambe le mani, spesso con risparmio di pollice e mignolo, che subiscono conseguenze minori. Anche i piedi, le orecchie ed il naso però sono spesso coinvolte. Tali sintomi si fanno più evidenti con il maggiore abbassamento della temperatura e aumentano in condizioni di emozioni improvvise o stress psicologico e fisico (come ad esempio nella fase premestruale o in fase di ciclo nella donna), diminuendo appena ci si trova in un ambiente riscaldato nel giro di circa 15 minuti, diminuendo progressivamente l’ischemia.

Il fenomeno di Reynaud può avere delle forme più o meno severe. Può infatti essere anche essere secondaria a importanti malattie immunologiche e reumatiche come le vasculopatie e la sclerodermia, la Sindrome di Sjogren, l’Artrite Reumatoide ed il Lupus Eritematosus, le crioglubulinemie di cui spesso rappresenta il sintomo di esordio, con forme cliniche diverse incluse l’acrocianosi, la livedo reticularis o il lupus pernio.

Nella mia pratica clinica di medico internista, in collaborazione con gli immunologi e reumatologi, mi capita spesso di imbattermi in pazienti che presentano queste problematiche, che spesso si risolvono con terapie mirate a curare il microcircolo, come la carbossiterapia. In genere si tratta di una problematica che insorge già in adolescenza e comunque in ragazze giovani (3-4 donne ogni uomo), con un’importante componente familiare. Fondamentale però è la diagnosi differenziale tra fenomeno di Reynaud e “malattia o sindrome di Reynaud”, secondaria a patologie, che si effettua soprattutto con l’esame obiettivo generale, il dosaggio di autoanticorpi, assenti in caso di forma primaria (anticorpi anti-nucleo(ANA), gli anti-ENA, anti-DNA, Ra test, PCR, C3 e C4, Crioglobuline, Elettroforesi Sieroproteica) e la capillaroscopia periungueale, che va a rilevare alterazioni a carico dei capillari. In assenza di malattie reumatiche (“Fenomeno di Reynaud primario”) essi appaiono come ordinati e delicati occhielli vascolari, mentre in presenza di patologie si presentano distorti e con anomalie anatomiche. Anche l’assenza di tessuto necrotico di ulcerazione o gangrena, è indicativo per una assenza di patologia. I sintomi dei pazienti affetti da malattia primaria sono generalmente di media entità.


Fondamentale è il corretto inquadramento clinico, poiché anche in assenza di patologie reumatiche e immunologiche, la presenza del Fenomeno di Reynaud potrebbe essere la conseguenza di patologie tiroidee o turbe della coagulazione, malformazioni della gabbia toracica, le lesioni traumatiche dei nervi, le ernie discali e le discopatie. Per non parlare di coloro che lavorano con strumenti vibranti e per finire, una conseguenza della malattia arteriosclerotica o intossicazione da farmaci (spray nasali, chemioterapia, farmaci triptani per combattere l’emicrania, terapie che influiscono sulla circolazione o la pressione capillare come i beta bloccanti, pillola anticoncezionale).

Anche nella medicina dello sport è fondamentale analizzare bene questa problematica. Molti degli sportivi professionisti e agonisti da me seguiti, hanno enorme beneficio a seguito dell’applicazione di specifici protocolli di cura di questo disturbo, spesso conseguenza di traumi. Molti di loro potrebbero subire le conseguenze invalidanti di questo disturbo da vasocostrizione, inficiando la prestazione. Basti pensare a coloro che necessitano di una grande sensibilità a carico del piede come gli sciatori, i calciatori, le ballerine o delle mani come i tennisti e i rugbysti, svolgendo in inverno attività fisica all’aperto.

Una volta diagnosticato il problema cosa fare?

La terapia prevede un approccio non-farmacologico, basato sulle modificazioni dello stile di vita ed uno farmacologico. Tra queste indicazioni ricordiamo:

  1. non fumare o smettere di fumare. L’intossicazione da fumo di sigaretta è una delle cause di questo disturbo
  2. evitare l’assunzione di alcolici e superalcolici (spesso utilizzati, al contrario delle evidenze scientifiche) per “scaldarsi” durante la stagione fredda, in quanto compromettono la funzionalità vascolare
  3. evitare caffè, tè e bevande contenenti cola o sostanze nervine, che facilitano la vasocostrizione
  4. tenere le estremità al caldo, magari usando guanti che isolano termicamente le dita, cappello, calzini termici, nelle giornate più fredde
  5. evitare l’esposizione al freddo e gli sbalzi di temperatura, evitando di avere ambienti domestici troppo caldi. Le dita possono diventare blu anche quando si tira fuori qualcosa dal freezer, o semplicemente se ci si espone per pochi attimi a temperature inferiori ai 15 °C.
  6. fare attività fisica regolarmente, per migliorare la circolazione
  7. bere regolarmente acqua a piccoli sorsi, magari non fredda.

Per quanto riguarda la terapia, è bene prima distinguere le forme primarie dalle secondarie a malattie immunologiche o di altra natura, che andrebbero curate nello specifico da un medico specialista, ad esempio con vasodilatatori, calcio antagonisti, prostaglandine, antagonisti dei recettori dell’endotelina, antagonisti dei recettori del SNC adrenergico, inibitori delle fosfodiesterasi e del reuptake della serotonina, antiaggreganti e anticoagulanti. Naturalmente, come già detto, il sintomo potrebbe essere anche la conseguenza di altre patologie, che andrebbero affrontate singolarmente.

Nella maggior parte dei pazienti però ci troviamo di fronte alla presenza di un fenomeno di Reynaud Primario, che colpisce circa 5% della popolazione. In questo caso, può esse molto utile agire sulla microcircolazione. Questo ad esempio, attraverso l’utilizzo della fitoterapia. Efficaci risultano integratori ad alto dosaggio di estratti di centella asiatica, bardana, ippocastano, rusco, ribes nero, ginkgo biloba e altre piante efficaci nel miglioramento dei sintomi. È bene però rivolgersi a medici ed erboristi esperti, in quanto la maggior parte dei prodotti venduti in farmacia, erboristeria o parafarmacie non danno alcun beneficio. In medicina e farmacologia, un principio attivo per funzionare ha bisogno di raggiungere la dose terapeutica e spesso questo avviene solamente per le preparazioni galeniche. Anche l’integrazione di Niacina (chiamata vitamina PP o B3) sembra dare risultati interessanti, come altre sostanze antiinfiammatorie quali gli acidi grassi omega 3, l’acido alfa lipoico e la boswellia.

Bisogna comunque stare molto attenti alle promesse pubblicitarie del marketing e ai falsi miti. Creme antibiotiche o cortisoniche producono effetti transitori e lievi ma spesso controproducenti dopo qualche tempo. Infatti le parti colpite si sensibilizzano facilmente ai farmaci e passato il primo periodo di efficacia si assiste a fenomeni di reazione cutanea che portano alla sospensione del preparato.

E’ importante applicare le creme con costanza e mantenere la pelle idratata e protetta. Le creme idratanti non sono tutte uguali. Farsi consigliare da un bravo cosmetologo, farmacologo, medico estetico e dermatologo è fondamentale, dato che la maggior parte di quelle che troviamo nei supermercati, nelle farmacie, nelle erboristerie, nei mercatini (e spacciate come sane perché naturali) e su Internet, possono essere controproducenti per l’eccessiva presenza di paraffina. Sarebbero da evitare applicazioni lunghe di preparati sotto forma di gel, poiché nel tempo portano secchezza.
Molto utile poi è il trattamento localizzato degli arti colpiti con la carbossiterapia, un trattamento molto efficace a cui vi rimando all’articolo specifico sulla carbossiterapia.

Alcuni suggerimenti:

  • non sottovalutate il problema delle dita fredde; parlatene con Medico internista o il vostro medico curante.
  • non cercate diagnosi fai-da-te su Internet: questa forma è complessa da inquadrare anche per gli Specialisti.
  • non cercate cure miracolose: è una malattia che beneficia poco dell’uso di farmaci, pochissimo dell’uso di integratori alimentari e nulla dall’uso di terapie “rivoluzionarie”.
  • ricordatevi che il fenomeno di Raynaud può precedere una malattia importante come la Sclerosi Sistemica anche di molti anni; prima si indaga, meglio sarà.