Paradossi

La ricerca scientifica ha portato indiscussi benefici nel nostro modo di mangiare e di vivere mentre l’innovazione tecnologica ci permette oggi di avere comodità fino a pochi anni fa impensabili.
In occidente, nonostante la rivoluzione agricola e industriale abbiano portato sulle nostre tavole un gran numero di alimenti prima solo sognati, viviamo ancora problemi di malnutrizione sia per eccesso che per difetto. Dobbiamo difenderci dall’abbondanza piuttosto che dalla fame. Nonostante ciò c’è ancora chi invoglia i propri figli a finire tutto quello che c’è nel piatto, sebbene si mangi troppo e ci si muova pochissimo rispetto al passato.
Persistono ancora false credenze, che perpetuano cattive abitudini e patologie, spesso croniche. La disinformazione e la pseudoscienza, alimentate dalla rapida diffusione dei mezzi di comunicazione di massa, creano allarmismi inutili nella popolazione, riempiendo il portafoglio dei ciarlatani, spostando l’attenzione da problemi reali, concreti, verso situazioni trascurabili. Il sorgere di correnti alternative provenienti da oltreoceano hanno la presunzione di cercare realtà parallele al dilagare del problema sovrappeso e patologie correlate, ma sono frutto dell’ignoranza, della paura e della presunzione da parte di molti, che non riconoscono più ai professionisti il proprio ruolo e trovando una facile fonte di guadagno nella confusione. Del resto, chi dovrebbe tutelare l’informazione si tira indietro. Manca un organismo di controllo. Mancano gli ordini dei medici, più confusi delle persone. Mancano le società scientifiche, che spesso diventano il primo bacino dei disonesti. E in tutto questo prendono il sopravvento organizzazioni private, che elargiscono diplomi e attestati a chiunque abbia il potere di acquisto. Gran parte dell’informazione inoltre viene controllata e veicolata da chi gestisce il mercato, sebbene le principali colpe di una situazione disastrosa dal punto di vista della salute, sia dell’utente finale, che non ha alcuna educazione alimentare, nella prevenzione e nell’educazione civica.
Recenti dati posizionano l’Italia al 77° posto nella libertà di stampa e diffusione dell’informazione. E in molti casi, tale previsione è fin troppo benevola.
La realtà è che la nostra alimentazione negli ultimi 50 anni si è modificata più che negli ultimi 10 mila. Siamo passati dall’avere la televisione in cucina ad avere la cucina dentro televisione, a tutte le ore. Diete e movimento sono diventati il più grande business della Terra. Ed hanno poco a che fare con la salute, il benessere e con il piacere della condivisione. Fino a pochi decenni fa quasi non esistevano molte delle malattie oggi presenti, in particolar modo quelle metaboliche, cardiovascolari e molti tumori. Al contrario, oggi si contano quasi 2 miliardi di persone che soffrono di malattie legate all’iperalimentazione, comportando circa 5 milioni di decessi all’anno. L’obesità è raddoppiata nel mondo dal 1980 ad oggi.
Nella metà sfortunata della Terra invece vi sono circa 1 miliardo di persone che soffre di patologie legate alla fame o alla malnutrizione, a causa della povertà e delle difficoltà di reperimento di cibo e acqua, comportando circa 35 milioni di decessi all’anno. Per ogni persona denutrita, ci sono due persone in sovrappeso oppure obese. Sono questi i paradossi di un sistema in cui l’accesso agli alimenti non è uniforme. Da una parte abbiamo chi mangia troppo e male nonostante sia sedentaria, pigra e benestante, dall’altra chi mangia troppo poco, non avendo nulla.
In Italia, nonostante stiamo meglio di altri Paesi Europei, ci avviciniamo lentamente al 50% della popolazione per quanto riguarda il sovrappeso, favorendo una cattiva qualità della vita per molte persone, oltre ad incidere gravemente sulle problematiche del sistema sanitario nazionale, già in difficoltà per numerosi motivi.
L’aspettativa di vita in Italia è però aumentata tantissimo nell’ultimo cinquantennio, arrivando a superare gli 80 anni e collocando la nostra nazione tra le prime 5 al mondo per longevità. Basti pensare che l’alimentazione e la vita contadina di qualche decennio fa, oggi osannata da molti detrattori della vita moderna, garantivano una aspettativa di vita di almeno 20 anni inferiore.
Il principale problema dei Paesi più sviluppati riguarda però le nuove generazioni. I bambini sono sempre più in sovrappeso, obesi e soffrono d’ipocinesia, a causa della sedentarietà, delle comodità e dei vizi, che gli adulti insegnano e dimostrano loro fin dalla tenera età.
Nonostante oggi siano stati pubblicati più di 30 mila libri sulle diete e ogni giorno vengono pubblicizzate nuove promesse di cura millantate come miracolose, le persone continuano ad ingrassare e a stare male.
Tali problematiche sono anche frutto delle leggi dell’iper produttività e delle monocolture. Sulla Terra siamo 7 miliardi di persone, mentre il cibo che produciamo potrebbe sfamarne 12. Questo significa, anche che quasi il 30% del cibo che compriamo finisce sprecato.
In occidente tutti pensano a dimagrire, perchè il modello attuale di bellezza impone la magrezza come simbolo di potere, dimenticandosi spesso che la salute è altro, rinunciando a quello che li rende davvero felici ed ostinandosi a seguire delle diete con regole rigide e contro natura, che durano sempre meno e non portano mai a nessun risultato. L’Italia è il Paese del buon cibo. Abbiamo una cultura alimentare senza pari. In nessun altro paese del mondo esiste una biodiversità e una tradizione culinaria al pari del nostro.
Questo però non significa che automaticamente sia anche il Paese della “corretta alimentazione”.
Da tempo abbiamo importato modelli comportamentali errati i cui effetti cominciano ad essere molto evidenti, fin nei bambini. Eppure tutti sappiamo quanto la nostra salute sia strettamente legata a quello che mangiamo e a quanto ci muoviamo. Quando capiremo che la soluzione è la prevenzione e che essa passa attraverso l’educazione, anche scolastica, troveremo il modo di vivere felici.