La donna e il suo male. È possibile prevenire il cancro al seno? E curarlo?

Secondo recenti statistiche, sono oltre 350 mila i nuovi casi di tumore in Italia stimati nel 2017, con una simile distribuzione nei due sessi, simile all’anno precedente. Si registra una crescita nella diagnosi di cancro del polmone fra le donne, dovuta alla forte diffusione del fumo nel sesso femminile, oltre al melanoma dove è fondamentale il controllo dermatologico e del pancreas probabilmente legato all’eccesso di zuccheri e di cibo nell’alimentazione, spesso con prognosi infausta, mentre la crescita del tumore della mammella è stabile.

Perché ci si ammala di tumore?

La ricerca in campo oncologico oggi ha fatto passi da gigante. Nonostante sempre più persone siano convinte che i tumori oggi colpiscano più del passato, i dati ci dicono che il loro aumento è prevalentemente legato all’aumento della popolazione e dell’età media. Siamo 7 miliardi e mezzo di persone sulla Terra e solo 50 anni fa eravamo la metà. Oggi abbiamo una maggiore aspettativa di vita anche se si sta riducendo sempre più la vita in salute. Il maggior numero di tumori si verifica dopo i 50-60 anni età alla quale nel dopoguerra pochissime persone arrivavano. In sostanza, ci ammaliamo perché invecchiamo ma anche perché abbiamo cattive abitudini di vita per più anni rispetto al passato: mangiamo troppo, ci muoviamo troppo poco, fumiamo e beviamo alcol per molti anni, respiriamo per più anni aria inquinata, che noi stesso inquiniamo al pari del cibo, e via discorrendo.
Del resto: Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.

Si può prevenire o curare il tumore?

Sia la prevenzione sia le terapie hanno fatto passi da gigante e tutte le persone in questi anni che ho seguito dal punto di vita internistico e nutrizionale, mi hanno fatto capire che con una buona prevenzione e un giusto supporto nutrizionale, magari associato ad una supplementazione adeguata, riuscivano a scacciare questo male. Le percentuali di guarigioni sono notevolmente aumentate e per molti tumori sono vicine al’80%. Rimane però sempre un rebus capire chi riesca a guarire e chi no. Perché le forme tumorali sono numerose e non sempre rispondono alle cure.
La prevenzione in tutto questo è fondamentale. Come avviene per molte altre patologie, è l’unica arma contro i mali, sebbene la popolazione non sappia cosa davvero significhi. Basti pensare che andiamo dal medico quando stiamo male e non per evitare di stare male. Ci avviciniamo alla prevenzione quando a qualcuno vicino a noi accade qualcosa, spesso sfociando in stati di ipocondria e facendo esami inutili o addirittura terapie preventive inefficaci e spesso dannose.

Nella donna il tumore della mammella rappresenta un male davvero difficile da eradicare. Sappiamo che nella nostra popolazione le neoplasie rappresentano la seconda causa di morte: il 29% di tutti i decessi dopo le patologie cardio-circolatorie (37%), entrambe prevenibili con uno stile di vita corretto (non solo alimentazione) e riducendo molto la spesa sanitaria. Il punto è: a chi interessa davvero ridurre la spesa sanitaria e puntare sulla prevenzione invece che a cure sempre più costose e spesso inefficaci?

Nel 2014, secondo i dati raccolti dal rapporto Aiom-Airtum, il numero di decessi per cancro della mammella sono stati oltre 12 mila in Italia e il numero di diagnosi elevatissimo ogni anno. Anche per questo, il campo oncologico è uno di quei settori della medicina e della salute, dove sono sempre più presenti le pseudoscienze e le bufale. È un campo dove la paura della morte e della malattia, fa spendere molti soldi alle persone e chi ha poca coscienza, non perde l’occasione per speculare sulle paure dei pazienti, facendo leva sul marketing e su promesse vane.
Sappiamo che la ricerca scientifica purtroppo non è arrivata ancora a scoprire tutti i meccanismi del tumore, ma tenete sempre presente che le pseudoscienze vanno a coprire quello spazio che ancora manca e sul quale ricamano storie e opinioni mai dimostrate a cui la gente si aggrappa con la speranza che qualcosa cambi. Come dire non è vero, ma ci credo.
Eppure il tumore al seno è una di quelle neoplasie dove il ruolo dello stile di vita nella sua genesi è fortissimo.

Le cause del tumore al Seno

Sapete quali sono le principali cause? Sicuramente al primo posto c’è l’eccesso di cibo. Oggi produciamo troppo, compriamo troppo, mangiamo troppo e sprechiamo troppo. Ecco perché esistono le diete. Secondo le ricerche scientifiche infatti uno stile di vita occidentale, basato su poca attività fisica, eccesso di cibo e in particolare alimenti ricchi in grassi saturi e zuccheri raffinati, alcool è alla base del problema. Questo naturalmente non significa demonizzare i cibi o i nutrienti perché i grassi saturi se non in eccesso sono salutari. Non va poi trascurato che i grassi non sono tutti uguali. Alcuni hanno potenti effetti antiinfiammatori, soprattutto perché potremmo ingerirli tutti i giorni come fossero un farmaco.

Mangiare in eccesso ed essere sedentari, produce sicuramente obesità e in particolare quella addominale, viscerale, indicata come la principale causa delle malattie, comprese quelle cardiovascolari. La sindrome metabolica protratta dopo la menopausa è associata a un aumento del rischio di tumore alla mammella e di recidive.
Alterare lo stato di salute e di forma fisica, con un eccesso di grasso comporta alterazioni ormonali soprattutto a carico dell’insulina che di conseguenza altera anche i livelli dei fattori di crescita e degli ormoni sessuali, in particolare androgeni, gli ormoni maschili, convertiti nel tessuto adiposo in estrogeni, dando uno stimolo allo sviluppo del tumore e ad un maggior numero di recidive. Essere obesi o in sovrappeso, avere una circonferenza addominale aumentata, sono condizioni fortemente associate al rischio per lo sviluppo della neoplasia e anche per le recidive.

L’alimentazione corretta per il tumore al seno può essere allo stesso tempo un valido aiuto alla prevenzione che una terapia in presenza della neoplasia. Questo naturalmente non significa che esistano alimenti in grado di prevenire il tumore o rallentarlo. Non vi sono evidenze che la curcuma, lo zenzero, il cibo biologico, le arance o altri alimenti spacciati per miracolosi possano cambiare le sorti delle donne. L’alimentazione infatti va vista nell’insieme. Possiamo parlare di dieta salutare e non di cibi salutari. Perché non esistono in assoluto alimenti che fanno bene o male. Le ricerche parlano invece di stile di vita, dove l’alimentazione è parte integrante. Per questo, è sempre utile evitare il fai da te e rivolgersi a dei professionisti del settore.

Non tutte le forme di cancro al seno sono sotto la diretta influenza diretta dello stile di vita (che comunque rappresentano circa il 70%). Alcune forme sono genetiche (poco più del 10%) e familiari (circa il 20%), per cui è fondamentale anche lo screening. Le modificazioni a carico dei geni BRCA1 e BRCA2 aumentano il rischio di tumore al seno fino all’80% e alle ovaie fino al 50%, anche in giovane età. Tutte le forme però risentono notevolmente dello stile di vita, sia in fase di prevenzione che di terapia, come la presenza di fumo di sigaretta ed alcol. Nella donna gli effetti dell’alcol non sono esattamente gli stessi dell’uomo, sebbene il bere sia pericoloso in entrambi.

Stile di vita e prevenzione

Quali sono le regole da seguire nell’alimentazione? Alla luce delle ricerche, sicuramente seguire una dieta che cerchi di tenere bassi i livelli di insulina, l’ormone prodotto dal pancreas, indispensabile per il metabolismo degli zuccheri e, quindi, per regolare la glicemia. Questo naturalmente non ha nulla a che fare con l’eliminazione degli zuccheri, nutrienti fondamentali per l’organismo, come avviene nelle recenti diete alla moda. Bisogna innanzitutto puntare su uno stile di vita attivo. Inutile mangiare bene se non ci si muove tutti i giorni. Sviluppare però una insulino-resistenza a causa dell’eccesso degli zuccheri ingeriti giornalmente non è mai una buona soluzione, anche perché tutto questo significa infiammazione (e come già detto fattori di crescita).
Gran parte degli studi scientifici sono concordi che seguire uno stile di vita mediterraneo sia protettivo nei confronti del tumore e riduca le recidive. Naturalmente è bene soffermarsi sul significato della dieta mediterranea. Cosa significa realmente? Significa mangiare pane, pasta e vino? Certamente NO.
La dieta mediterranea è basata sulla sobrietà nel mangiare, sulla vita tranquilla, sulla varietà e la rotazione degli alimenti, sul movimento quotidiano e sul non demonizzare nessun cibo. Non è necessario mangiare pane e pasta, come non è necessario mangiare nessun alimento, dato che non esistono alimenti completi. Sarebbe utile iniziare a capire che il cibo non è tutto uguale e bisogna sceglierlo con attenzione, senza frapporre la qualità alla quantità, che è la prima regola da rispettare.

Mangiare non può essere una improvvisazione e non esistono diete anticancro, al contrario di quello che molti scrivono o divulgano, speculando sulla salute altrui, con ingenti guadagni, favoriti dalla presenza di medici o influencer, utilizzati a scopo di marketing dall’industria del cibo.

Le ricerche scientifiche sicuramente dimostrano che vi sono alimenti con i quali non bisogna eccedere. In primis quelli di origine animale, non solo carne, per la possibile stimolazione di fattori di crescita IgF1 dovuta alle proteine. Ma in generale anche un eccesso di proteine vegetali comporta lo stesso rischio. Sappiamo infatti che il ruolo delle proteine all’interno dell’organismo è quello di produrre un aumento della massa muscolare e delle cellule. In presenza di cellule tumorali, il tumore verrebbe ulteriormente nutrito (ogni nutriente stimola la crescita tumorale: zuccheri, proteine e grassi).

Vi sono però alimenti che stimolano maggiormente la crescita tumorale: sicuramente l’eccesso di zuccheri e in particolare di quelli semplici (dolci, pane, pasta, frutta e via dicendo) che non vanno eliminati dato che lo zucchero è fondamentale per l’organismo. Ma favorire l’aumento dell’insulina comporta aumento dell’infiammazione dell’organismo. Anche un eccesso di frutta secca (mandorle, noci e simili), avendo all’interno acidi grassi omega 6, determina un aumento dell’infiammazione, come un eccesso di formaggi e carni lavorate (indicate tra le cause di rischio oncologico). Per questo, avere la possibilità di utilizzare le giuste quantità di questi alimenti, magari provenienti da allevamenti all’aperto (lieve riduzione dei grassi saturi a catena lunga e aumento degli acidi grassi omega 3) è fondamentale.

Una domanda che molti mi pongono è: il latte fa venire il tumore? Va eliminato? La risposta è semplice. Nonostante se ne parli tanto e molti purtroppo lo demonizzano soprattutto in rete e sui social media, dimostrare in maniera chiara l’effetto di un singolo alimento sullo sviluppo dei tumori è molto difficile. E questo non vale solo per il latte. Naturalmente il latte, a livello organolettico è molto differente oggi rispetto al passato, sebbene non sia un alimento indispensabile e ingiustamente escluso da molti per la ingiusta associazione alle intolleranze. In generale, però, al momento non esistono evidenze scientifiche che indichino che un suo consumo moderato aumenti in maniera diretta il rischio di sviluppare un tumore nelle persone sane. E’ bene però non esagerare e non consumare più volte al giorno alimenti del gruppo latte e derivati (latticini e formaggi).

Sicuramente un ruolo protettivo è giocato dall’alimentazione pesco vegetariana. In particolare l’utilizzo di pesce azzurro (poco costoso e ricco di omega 3) comporta una riduzione dell’infiammazione. Bisogna però fare attenzione anche a non esagerare con gli alimenti di origine vegetale. In primis, i legumi e in particolare la soia. Essa infatti contiene fitoestrogeni, che in presenza di tumori ormono sensibili, si comportano come gli estrogeni femminili, stimolando la proliferazione tumorale, sebbene gli studi debbano dimostrare maggiore chiarezza in questo ambito. Stessa cosa per quanto riguarda frutta e verdure, la cui presenza di fibra (presente anche nei cereali in chicco e integrali) è fondamentale nella prevenzione di molti tumori, in particolare quello del colon retto, ma contenendo anche al loro interno le poliammine, indispensabili per la proliferazione cellulare, potrebbero aumentare quella delle cellule tumorali.
Proprio per questo, alimenti ricchi di queste sostanze, come agrumi, frutta esotica e solanacee (peperoni, melanzane, patata e pomodori), in presenza di tumore non devono essere introdotte in grandi quantità, seppur senza eliminarle.
Tutto questo cosa significa? Che l’alimentazione e tumori hanno un nesso incredibile. Oggi sappiamo anche che avere una qualità adeguata dei batteri intestinali è fondamentale. Ma l’alimentazione fa parte di tutto lo stile di vita e necessita di varietà, qualità e giusta quantità. Evitate il fai da te e rivolgetevi sempre agli esperti che vi facciano prima una visita e una diagnosi. Una lista di cibi e il terrorismo mediatico non aiutano nessuno, se non le malattie. Piuttosto, care donne, se siete in sovrappeso, cercate di dimagrire e cambiate vita. E fatevi aiutare!