Affamare il tumore

Sono ormai numerosi gli studi scientifici che dimostrano una stretta associazione tra l’insorgenza del tumore al seno, la presenza di recidive e il sovrappeso nella donna. Siamo tutti consapevoli come il cancro al seno sia un problema di salute pubblica in progressivo aumento, colpendo a tutte le età, ma con maggiore incidenza quando la massa grassa si localizza, specialmente con la menopausa a livello addominale, scatenando tutta una serie di reazioni infiammatorie.

Nessun farmaco può attualmente sostituire uno stile di vita sano

Oggi la medicina vanta progressi sostanziali soprattutto nella cura del tumore, specialmente quando viene effettuata una diagnosi precoce, sebbene il concetto di prevenzione fatica ad entrare nelle abitudini della popolazione, riducendo i successi. Da anni sono stati messi a punto farmaci capaci fare una chemioprevenzione o terapia farmacologica preventiva (tamoxifene, raloxifene, exemestane e anastrozolo), in associazione ad altri medicinali (come la metformina), vitamine o sostanze in grado di ridurre il rischio di sviluppare la malattia. Purtroppo però, sebbene molti approcci farmacologici siano promettenti, allo stato attuale nessuno di questi può sostituire uno stile di vita sano.

In tutte le donne, le misure di stile di vita, tra cui controllo del peso, esercizio fisico e moderazione dell’assunzione di alcol, potrebbero ridurre il rischio di cancro al seno di circa il 30%.Una recente ricerca dello IEO (Istituto Europeo di Oncologia), sostenuta da AIRC e pubblicata du Cancer Research conferma il legame di causa ed effetto fra il sovrappeso e il cancro del seno. Non si tratta quindi di una semplice correlazione statistica. In sostanza, le donne in sovrappeso non solo presentano un’incidenza maggiore, ma anche una prognosi peggiore e un’aumentata resistenza ai farmaci.

Il meccanismo che porta a questo è regolato proprio dalla presenza di tessuto adiposo. Il tessuto adiposo  rilascia in grande quantità le proteine GM-CSF e MMP9 capaci di favorire la crescita tumorale e il rilascio di metastasi polmonari. Inoltre, generano anche la crescita di nuovi vasi sanguigni in grado di ridurre la risposta immunitaria del corpo nei confronti del tumore al seno. Tale studio inoltre riporta come in laboratorio, l’utilizzo di metformina, farmaco utilizzato nel diabete e nell’insulino resistenza, sia capace di inibire la produzioni di queste due proteine da parte delle cellule staminali del tessuto adiposo.

Altri dati suggeriscono come una alimentazione ipocalorica e consona allo stile di vita, capace di mantenere, anche attraverso l’aumento dell’attività fisica spontanea e quotidiana, il peso corporeo stabile, sia capace di prolungare la sopravvivenza delle donne colpite da tumore al seno. Oggi sappiamo che gran parte delle donne in età adulta sono in sovrappeso. Almeno due terzi delle donne hanno una massa grassa aumentata e spesso ad una alimentazione scorretta associano una vita sedentaria. I dati epidemiologici indicano inoltre come il sovrappeso aumenti con l’età, andando a peggiorare il fisiologico calo della massa muscolare e l’aumento della porzione adiposa del corpo, con una prevalenza della distribuzione del grasso a livello addominale, anche a causa di un cambiamento ormonale che si verifica con la menopausa e con l’alimentazione ricca di zuccheri, complice l’aumento dell’insulina.

Le evidenze scientifiche dimostrano che anche la durata del sovrappeso o dell’obesità nelle donne adulte aumenta il rischio di sviluppare il tumore al seno. In sostanza, più anni si è obesi o sovrappeso, più aumenterebbe il rischio. Tale associazione vale anche per molte altre patologie metaboliche e per alcuni tumori come quello dell’endometrio. Proprio per questo è fondamentale intervenire con un’adeguata prevenzione primaria in età giovanile, tenendo anche conto che evitare di ingrassare o dimagrire significa anche avere una migliore qualità della vita, riuscendo a fare cose che molte persone in sovrappeso fanno fatica a svolgere.

Proprio per questo oggi si parla di adiponcosi, ovvero della capacità del grasso di generare i tumori. È opportuno però chiarire un concetto importante. Il grasso implicato nella genesi di un tumore è soprattutto quello chiamato viscerale ovvero la massa grassa che si sviluppa all’interno del corpo e che va a rivestire organi e apparati, facendoli funzionare meno. Il grasso viscerale è legato soprattutto ad uno stile di vita sedentario e ad un’alimentazione errata, potendosi verificare sia nelle persone magre che nelle persone geneticamente più grasse. Spesso molti di noi infatti si soffermano solamente all’aspetto fisico esteriore, senza tener conto che le malattie metaboliche legate alla massa grassa sono presenti anche nelle persone che costituzionalmente non ingrassano. Il grasso viscerale è presente in tutti coloro che conducono uno stile di vita errato e non solo in chi è sfortunato perché aumenta il grasso sottocutaneo.

Tenete presente ad esempio, che il diabete, l’infarto, l’ictus, la dislipidemia, sono patologie che coinvolgono anche persone che apparentemente non ingrassano. Anzi, proprio coloro che non ingrassano pensano di potersi permettere di mangiare qualsiasi cosa e non fare attività fisica perché baciate dalla fortuna. Ricordiamoci che è il grasso interno che provoca disturbi intestinali, alterazioni dell’alvo, mal funzionamento degli organi, affaticamento, alterazione delle analisi ematiche. Questo perché l’organo adiposo è capace di vita propria e generare la produzione di tossine infiammatorie capaci di scatenare diverse malattie, tumori compresi.

Per questo, anche se molte donne dopo la menopausa assumono la terapia ormonale sostitutiva, non modificano in alcun modo il processo di adiponcosi mammaria se non cambiano lo stile di vita e lo rendono attivo. Le cellule tumorali interagiscono con le cellule staminali del tessuto adiposo inducendole a secernere citochine, chemochine e fattori di crescita che, a loro volta, stimolano la proliferazione delle cellule cancerose. La massa grassa addominale e quella presente all’interno del seno, secondo alcuni studi potrebbe addirittura influenzare l’uscita dalla dormienza di micro e nano-metastasi già presenti a livello subclinico, probabilmente a causa dell’infiammazione associata all’adiposità e al rilascio delle adipochine, (cioè i fattori secreti dagli adipociti).

Fra sovrappeso e cancro c’è un rapporto di causalità non una semplice correlazione statistica

In particolare la ricerca da anni si concentra sulla secrezione di leptina, secreta dal tessuto adiposo bianco, aumentata dalla sedentarietà e dall’eccesso di cibo e ridotta da corretta alimentazione, dimagrimento ed esercizio. Il tessuto adiposo bianco infiammato (WAT) all’interno del seno è associato a livelli elevati di mediatori proinfiammatori, maggiore espressione dell’aromatasi (l’enzima limitante della velocità per la biosintesi degli estrogeni) e maggiore espressione genica dipendente dal recettore estrogeno-α (ER-α). È ormai noto che nelle persone che conducono uno stile di vita errato, si verifica una infiammazione cronica di basso grado dell’organismo capace di generare numerose patologie metaboliche, tumori compresi, come il cancro del colon retto nei soggetti con cronica infiammazione intestinale.

La soluzione si traduce quindi nell’intraprendere prima possibile una corretta alimentazione, impostandola insieme ad uno specialista e regolandola in base ad esigenze, abitudini e preferenze. Non esistono cibi capaci di innescare il tumore al seno, ne alimenti da preferire o evitare. Mangiare è una visione d’insieme e non ha senso mangiare un po’ di tutto. Le evidenze scientifiche sono moltissime e sicuramente c’è bisogno dell’intervento di un esperto per impostare una terapia dietetica in presenza di tumore o una corretta alimentazione per evitarne l’insorgenza. Inoltre tutti i medici dovrebbero raccomandare a tutti i pazienti uno stile di vita fisicamente attivo e prescriverlo come fanno con i farmaci, inviando le persone a specialisti in scienze motorie, nell’ottica di una collaborazione in team che coinvolga anche specialisti della nutrizione (non imporvvisati del settore), psicologi e psicoterapeuti ed altre figure che possano apportare un aiuto.

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